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SS Maceratese 1922

Allievi e Giovanissimi ai Regionali

Il primo obiettivo stagionale centrato, la qualificazione delle squadre Allievi e Giovanissimi alla fase regionale, è occasione per un approfondimento con Paolo Morresi, da questa estate responsabile tecnico del settore giovanile della Maceratese.

Un doppio buonissimo risultato, anche se per il vivaio biancorosso deve essere la normalità? ”Non un obbligo, ma è chiaro che dobbiamo provarci sempre. Gli Allievi nel girone avevano diverse squadre di spessore e l’hanno chiuso al primo posto (miglio difesa) assieme al Tolentino. I Giovanissimi invece in ex equo con l’Academy Civitanovese, altro team di qualità. A parte i rossoblù però il livello delle avversarie non era altissimo”.

Anche lei critica la formula dei tornei? “Sì, fatti in questo modo non servono a niente e non sono allenanti. In tutta la stagione rischi di affrontare sempre rivali della provincia, con gli Allievi ad esempio sfideremo 4 volte Tolentino. I ragazzi non migliorano e fai fatica a capire i reali valori”.

Tra Allievi e Giovanissimi 5 formazioni ed oltre 100 ragazzi, praticamente la metà dei 220 tesserati del vivaio, un numero importante e pure cresciuto nella Scuola Calcio rispetto alla scorsa stagione. Che può dire di questi gruppi? ”La squadra Allievi l’alleno io e quindi mi limito a ricordare la soddisfazione per i Pierluigi, Consoli, Taborro e Raffaeli che hanno già trovato spazio nella Juniores. Mi piace evidenziare la crescita del gruppo Cadetti e l’ottimo lavoro di mister Paesani.”

Ora che il covid fa meno paura e provoca meno disagi, come vede i ragazzi? ”Hanno spirito di adattamento e sul campo da calcio non percepisco comportamenti diversi rispetto a prima. Semmai la pandemia ha peggiorato la cultura sportiva di tifosi ed addetti ai lavori”.

Infine, da maceratese, come sta vivendo questo prestigioso incarico? ”Sono nel calcio giovanile da 24 anni ma, a parte gli inizi con la Robur, curiosamente avevo sempre lavorato fuori città. So bene il valore di questi colori, da ragazzino giocavo nella Maceratese. Era già motivo d’orgoglio essere allenatore in questo club dal 2020. Il blasone naturalmente pesa ma è anche un grande stimolo”.


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